Saggistica – 16^ edizione 2018
Saggistica – 16^ edizione 2018 – Opere presentate:
Autore | Titolo | Casa editrice | Anno | |
Mario Casella |
Il peso delle ombre. Racconti veri o false storie?L’impatto di una bugia, o il solo sospetto di una menzogna, hanno condizionato molti destini umani e, nel caso specifico, di alpinisti: alcuni noti, altri meno conosciuti dal grande pubblico. Sono ombre che i protagonisti di questo libro hanno portato nel proprio zaino per tutta la vita.
Nell’alpinismo non c’è ancora la necessità di una prova inconfutabile di onestà/colpevolezza, come quella del DNA che può salvare – come avvenuto a più riprese negli Stati Uniti – un condannato dall’esecuzione capitale. Cancellare l’ombra di un dubbio rimane perciò spesso un’impresa impossibile. |
GCE – Gabriele Capelli Editore | 2017 | |
Pietro Crivellaro |
La battaglia del Cervino. La vera storia della conquistaRicostruzione sulla base di nuovi documenti della romanzesca vicenda della conquista del Cervino compiuta nel 1865 dopo numerosi tentativi.
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Laterza | 2016 | |
Enrico Camanni |
Il desiderio di infinito. Vita di Giusto GervasuttiLa vita di Giusto Gervasutti è un continuo viaggio verso ovest: dall’Austria all’Italia, dal Friuli al Piemonte, dalle Dolomiti al Monte Bianco. Nato a Cervignano del Friuli nel 1909, scopre le Alpi occidentali durante il servizio militare e se ne innamora perdutamente. A ventidue anni si trasferisce a Torino, portando con sé la tecnica e la mentalità del sesto grado. In poco tempo diventa il campione indiscusso dell’alpinismo italiano, insieme a Emilio Comici e Riccardo Cassin. Lo chiamano “il Fortissimo”. Fa i conti con la dittatura fascista, il mito della montagna e la fabbrica degli eroi. Partecipa alle gare internazionali per le pareti nord dell’Eiger e delle Grandes Jorasses, perdendole entrambe, ma si riscatta con imprese più estreme e visionarie. È l’alpinista più moderno della sua epoca, ma è anche un uomo colto ed elegante, incompatibile con la grezza retorica del regime. Il signore di Cervignano frequenta i salotti torinesi, i teatri e gli ippodromi, legge London, Conrad e Melville. È un cavaliere all’antica che anticipa il futuro. Muore sognando il Fitz Roy della Patagonia. A oltre settant’anni dalla morte di questo grande del Novecento, inspiegabilmente, mancava ancora la biografia. Questo libro colma la lacuna.
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Laterza | 2017 | |
Alfredo Paluselli |
Il Diavolo generoso. La storia di Tita Piaz il Diavolo delle DolomitiIl ritrovamento di importanti documenti inediti, di nuove testimonianze e di moltissime fotografie hanno spinto alla realizzazione di questo curato volume sull’incredibile esistenza di Tita Piaz, il Diavolo delle Dolomiti.
Più di duecento pagine accompagneranno il lettore in un’avvincente avventura, realmente avvenuta e inequivocabilmente documentata, attraverso gli albori dell’alpinismo, due guerre mondiali, arresti, scandali, tragedie, conquiste e amori. Fino a un epilogo inatteso, sorprendente, che riassumerà i tratti infinitamente umani di un personaggio indimenticabile. In tutta la storia sarà riconoscibile lo spirito generoso di Piaz, sempre pronto ad aiutare i deboli e i bisognosi. |
Edizioni Dolomiti | 2018 | |
Enrico Camanni |
Storia delle Alpi. Le più belle montagne del mondo raccontateLe Alpi sono una catena di milleduecento chilometri di cime che si alzano tra i 600 e i 4800 metri di altezza nel mezzo della vecchia Europa. Nonostante l’aspetto selvaggio sono state lungamente trasformate dal pensiero e dalla mano dell’uomo fino alla soglia dei ghiacciai, e ancora oggi sono la catena montuosa più abitata al mondo. Alla stupefacente ricchezza degli ambienti naturali distribuiti tra valli, laghi, foreste, praterie, rocce e nevi perenni, si affianca un’analoga ricchezza di ambienti umani, insediamenti, architetture, coltivazioni, pascoli, colture, culture, tradizioni e lingue. Si tratta della plurimillenaria colonizzazione di ambienti difficili nel cuore verde del continente, il più riuscito adattamento dell’uomo all’alta quota. In ripetute epoche storiche le Alpi hanno accolto le genti della pianura ispirando vere e proprie forme di civiltà.
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Biblioteca dell’Immagine | 2017 | |
Alberto Folgheraiter, Gianni Zotta |
Le terre della fatica. Viaggio nell’anima del TrentinoIl volume “Le terre della fatica” prende spunto dalle cicatrici della storia che sono impresse nella pietra dei muri a secco delle valli spopolate dalle migrazioni.
Ripercorre lo spartito della sopravvivenza nelle terre della periferia del Trentino. Rilegge le storie della fatica degli uomini, di schiene piegate e di mani piagate, nella conquista delle terre alte. Racconta la difesa di una identità che la paura delle migrazioni straniere rischia di trasformare in steccati e in nuove muraglie culturali. Peraltro, quella stessa immigrazione sta evitando al Trentino il saldo negativo della popolazione. Non sono i figli delle Langhe della “malora” di Beppe Fenoglio, o le lande abbandonate dell’alto bellunese (-11% in cinque anni) o la montagna spettralmente spopolata della Carnia che in cinquant’anni ha perso il 40% della popolazione, con punte dal 70 al 75% (Comeglians e Rigolato). Qui, bene o male, l’autogoverno ha tenuto. Come un argine, fin che ha potuto. All’interno di singoli comuni, formati da decine di frazioni o di villaggi o di masi, si sono verificate aggregazioni verso il centro o spostamenti interni sul fondovalle. La crisi è reale. L’esodo pure. Per taluni è soltanto una “fuga” domestica: dalle terre alte al fondovalle, dal villaggio al borgo dove sono “emigrati” i servizi: scuola, lavoro, guardia medica, ostetrica, prete e farmacia. Ma di fuga pur sempre si tratta. Sono piccoli mondi ancorati alla terra e alla montagna, incontaminati nella loro esistenza, genuini persino nella difesa caparbia di una identità instabile. Resistono per esistere ed esistono per resistere. |
Edizioni FZ | 2017 | |
Franco Brevini |
Simboli della montagnaQuesto è un viaggio attraverso l’immaginario della montagna. Per la prima volta il mondo delle vette viene raccontato attraverso i suoi simboli. Sono le rappresentazioni, le icone, le figure, gli emblemi con cui nel corso dei secoli la montagna è venuta rivelando le sue infinite sfaccettature. Si parte dagli animali: l’aquila, lo stambecco e il camoscio, il cervo, espressioni della wilderness. Si prosegue con il Cervino, che esalta la vetta come altezza, slancio, perfezione. E poi lo chalet svizzero, l’Edelweiss, Heidi, fino a giungere all’attrezzo-simbolo della piccozza, emblema di sfida e di ardimento. Dalla letteratura alla pubblicità, dagli stemmi dei club alpini ai canti di montagna, dalla storia alle cronache, uno sguardo esemplare sulla civiltà del verticale.
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Il Mulino | 2017 | |
Elena Paola Gaggini |
Il Comune d’Italia più lontano dal mare. Madesimo la sua storia, la sua vitaIl comune d’Italia più lontano dal mare si trova a 1550 metri di altitudine, in una lingua di terra lombarda incuneata in territorio elvetico. Conosciuta dai più come stazione sciistica, Madesimo vanta una storia millenaria e antiche tradizioni legate al mondo contadino. Quest’opera, pur ripercorrendo l’evoluzione di questo paese di confine a partire dall’epoca Romana fino ai giorni nostri, vuole presentare la località da un inedito punto di vista: quello dei suoi abitanti. Sono infatti i Madesimini stessi, con i loro racconti, ad aver permesso all’autrice di narrare spaccati di vita quotidiana dall’inizio del secolo scorso. Ma la storia di Madesimo è anche la storia di quanti l’hanno amata. In queste pagine non mancano racconti, aneddoti e testimonianze raccolti tra chi ha scritto di Madesimo sulle pagine dei giornali o nelle sue poesie come Giosuè Carducci e Alda Merini o nelle sue lettere come Salvatore Quasimodo e tra chi, dal mondo dello spettacolo e dello sport, ha frequentato e frequenta Madesimo o vi ha soltanto trascorso qualche giorno indimenticabile.
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Bellavite Editore | 2017 | |
Alberta Rossi, illustrazioni di Elena Corradini |
La Valle di Fassa tra fantasia e realtà. Racconti curiosi a contatto con la natura verso l’avventura
La Valle di Fassa tra fantasia e realtà. Racconti curiosi a contatto con la natura verso l’avventuraEsiste davvero quel luogo magico nelle Dolomiti dove si narra delle vicende del tempo epico del Regno dei Fanes? Oppure del regno di Re Laurino e dei Monti Pallidi, avvolti dai raggi di luna che al crepuscolo si tingono di rosso? Dove l’arcobaleno diviene lago dai mille colori e le montagne cantano?
Un tempo non lontano accadde tutto questo, ma a chi sa osservare oltre l’apparenza ancora oggi quei luoghi e quei misteri si rivelano. Streghe e stregoni, bregostans e salvans, come anche draghi, bregostènes e vivènes tornano magicamente ad abitare questi luoghi e a raccontare di vicende accadute e mai dimenticate. Nuovi arcani si sveleranno in questo libro, illuminando in parte molti segreti ancora avvolti nel mistero. |
Curcu Genovese | 2018 | |
Maurizio Capobussi |
Splendido Sudtirolo dalle mille emozioni. 30 gite a piedi e in auto, a laghetti, borghi e cime dell’Alto AdigeConoscete il Museo dell’Ape sull’altopiano del Renon / Ritten? Avete visitato Schlöss Prösels, lo splendido Castel Presule in valle Isarco? Sapete che a Schlöss Churburg c’è la più grande armeria privata d’Europa? E ancora: come appassionati di natura sarete conquistati dal canyon del Bletterbach, una gola in cui si può leggere la storia geologica delle Dolomiti, un’escursione che fa assaporare il gusto di un’avventura indimenticabile. Volete grandi panorami? Eccovi celebri vie ferrate, dalla Santner che porta alle Torri del Vaiolet alla Oskar Schüster che sale al Sassopiatto / Plattköfel, fino a quella sulle creste di Masarè ed a quella sulla Roda di Vael. Cercate i laghetti alpini? Scoprite il Gollersee oppure fate una puntata al grande lago di Kaltern / Caldaro. Volete immergervi nel territorio, nelle tradizioni che vengono da un affascinante passato? Ecco: dalla passeggiata Tappeiner a Merano / Meran fino agli affreschi venuti alla luce all’abbazia di Marienberg avrete solo l’imbarazzo della scelta. Infine, consentiteci un suggerimento inconsueto. Esiste anche la possibilità di vedere dall’alto l’intero Sudtirolo in miniatura: è offerta dal museo fermodellistico di MondoTreno, a Rabland / Rablà.
E poi … molto altro ancora. Sempre con testi puntuali, fotografie ampiamente descrittive, cartine. |
Curcu Genovese | 2018 | |
Giorgio Daidola |
Sciatori di Montagna. 12 storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismoDodici storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismo: Wilhelm Paulcke, Piero Ghiglione, Paul Preuss, Marcel Kurz, Arnold Lunn, Ottorino Mezzalama, Leon Zwingelstein, Ettore Castiglioni, Toni Gobbi, Philippe Traynard, Heini Holzer, Michel Parmentier.
Dodici storie di uomini per i quali lo scialpinismo non è stto solo uno sport ma una filosofia di vita. Dodici storie su cui riflettere per vivere lo sci in una dimensione più ricca di…”Ski Spirit”. |
Mulatero Editore | 2017 | |
Ezio Sesia |
Quelli di Lassù. 44 itinerari alla scoperta dei villaggi più elevati e isolati delle AlpiIn 40 capitoli vengono presentati i più elevati e isolati insediamenti permanenti delle Alpi, sparsi tra Italia, Francia, Svizzera e Austria, escluse le stazioni solo turistiche. Ad una parte storico-descrittiva seguono uno o più itinerari alla scoperta dei villaggi e dei loro dintorni, cenni ad altri percorsi di interesse ambientale in zona e alle possibilità per sci e racchette da neve nella stagione invernale. Infine è presente una nota bibliografica per eventuali approfondimenti.
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Mulatero Editore | 2016 | |
Tiziano Fratus |
Il bosco è un mondo. Alberi e boschi da salvaguardare in ItaliaSoltanto Tiziano Fratus poteva scrivere questo libro. Nessuno conosce i boschi e gli alberi come lui ed è per tale ragione che, questa volta, servendosi delle sue peculiari e sterminate conoscenze al riguardo, costruisce un volume che ci aiuta a scoprire gli alberi e i boschi d’Italia e in particolare quelli che potrebbero rischiare, per incuria, cementificazione o cattiva amministrazione, di scomparire o deperire. Le faggete vetuste del Cansiglio e d’Abruzzo, gli alberi esotici di Ferrara e Trieste, i grandi castagni del Piemonte e dell’Appennino, i ficus di Reggio Calabria, i tassi di Sardegna sono alcuni dei protagonisti di questa storia corale che ci riguarda da vicino. Il loro essere a rischio per l’intervento diretto dell’uomo o per il cambiamento climatico è un grave danno per il nostro patrimonio storico e naturalistico. Nel nostro mondo la natura primigenia è stata grandemente modificata e dissacrata dalla mano e dal pensiero riduttivo e addomesticante dell’Homo sapiens.
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Einaudi | 2018 | |
Giampaolo Valdevit |
Storia dell’alpinismo triestino. Uomini, imprese, ideeQuesta è una storia che mette al centro gli alpinisti (detti anche gli arrampicatori, i rocciatori, i sestogradisti, i free climbers) accanto alle due società alpinistiche presenti a Trieste, e con lo sguardo che di tanto in tanto si affaccia sulla società triestina (che fa per così dire da sottotesto).
A partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento vediamo affermarsi varie interpretazioni dell’alpinismo in un gioco di reciproche influenze rispetto al contesto italiano e a quello europeo. Tre sono i principali ispiratori con le loro imprese e con la loro riflessione: Napoleone Cozzi all’inizio del Novecento, Emilio Comici negli anni venti e trenta ed Enzo Cozzolino a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, tutti in linea di sostanziale continuità con l’ereditarietà che hanno voluto assumere. Tre sono le concezioni dell’alpinismo, non antagonistiche bensì con reciprochi scambi e influenze che costoro hanno rappresentato: rispettivamente alpinismo come passione, come estetica e come etica. In esse è spesso presente la volontà di andare controcorrente rispetto alle consuetudini e alle mode più diffuse nell’alpinismo italiano nonché uno spiccato spirito elitario. Mano a mano che ci spostiamo verso il presente questa linea di sostanziale continuità pur nelle sue diverse sottolineature si interrompe o quanto meno segue un percorso a zig zag e quanto alla fine si può cogliere è piuttosto una progressiva mutazione genetica dell’alpinismo (anche con qualche atipicità rispetto a quanto è avvenuto all’interno dell’alpinismo italiano). È una rottura che lascia aperto un interrogativo: quella che negli ultimi decenni si è prima aperta e poi affermata è dunque un’altra storia, una storia per così dire di stampo postmoderno che in quanto tale non ha bisogno di passato? È una domanda che interroga non solo l’alpinismo triestino ma l’intero alpinismo italiano e – perché no- quello europeo. Con questa domanda si chiude senza voler arrischiare una risposta, che sarebbe atto di presunzione da parte di uno che è storico di professione e in quanto tale abituato a guardare più indietro che avanti. |
Mursia | 2018 | |
Igino Dorissa |
Il nostro antico piccolo mondo. Come si moriva, male, e si viveva, peggio, nel Settecento e dintorni all’ombra della Pieve di San Pietro in CarniaChi erano i nostri antenati? Come vivevano? E, soprattutto, come morivano?
Basandosi sulle annotazione anagrafiche riportate nel corso dei secoli, a partire dal 1619, sui registri parrocchiali di due piccole ma significative realtà carniche, Zuglio e Piano d’Arta, direttamente all’ombra dell’antica Pieve di San Pietro in Carnia, l’autore ci accompagna alla scoperta di un antico mondo, dimenticato e certamente sconosciuto in questo piccolo angolo di universo. Mentre conosciamo tutto o quasi di personaggi e luoghi famosi della Storia, nulla sappiamo dei nostri predecessori diretti. Umili figure di uomini, donne e bambini che prima di noi hanno guardato le nostre stesse montagne, camminato sulle strade che oggi noi percorriamo comodamente in auto, accarezzato le stesse pietre delle antiche case. Persone che hanno riso (poco) e pianto (molto più di noi): grazie a loro e ai loro sacrifici la vita è continuata, nonostante tutto, e la civiltà carnica è stata trasmessa fino a noi. L’opera è un particolare e straordinario viaggio nel tempo, una cavalcata attraverso tre secoli, nell’antico piccolo mondo dei nostri poveri progenitori sulle montagne della Carnia. |
Olmis | 2017 | |
Elisa Cozzarini |
Radici liquide. Un viaggio-inchiesta lungo gli ultimi torrenti alpini«Nelle valli alpine colpite dallo spopolamento, abbandonate, si alzano voci contrarie, gruppi e comitati di cittadini che non ci stanno a farsi portare via l’acqua, anima del paesaggio montano. È stata la loro passione, la caparbietà nel difendere i più piccoli e inaccessibili corsi d’acqua, a trascinarmi in questa lunga avventura sulle Alpi, durata quasi un anno. Ho percorso le rive di più di cinquanta torrenti, dalla Valle d’Aosta al Friuli Venezia Giulia per concludere il viaggio ritornando a Ovest, in Liguria. Ho voluto dare voce a tante piccole grandi battaglie, che quasi mai escono dalla cronaca locale, e raccontare l’affronto a un ambiente aspro e problematico, fragile e meraviglioso allo stesso tempo. Ho cercato nelle moltissime persone che ho incontrato, e in me stessa, la radice di questo folle attaccamento alla montagna e al suo elemento liquido. E ho concluso che, forse, chi è affetto da questa forma di umana “idrolia” vede, nella semplicità di un torrente, qualcosa che altri non vedono».
Sono rari i corsi d’acqua ancora naturali sulle Alpi. Salendo ad alta quota, vicino alle sorgenti, ai nevai, ai ghiacciai superstiti, si scopre che l’acqua non scorre più libera. Viene portata via, immessa nei tubi e utilizzata per fare energia. Questo libro è un’inchiesta sullo sfruttamento idroelettrico degli ultimi torrenti alpini e, allo stesso tempo, è il racconto di un lungo viaggio tra valli sconosciute e affascinanti. |
Nuovadimensione | 2018 | |
Aldo Audisio |
Menu delle montagneUndicesimo volume della serie dedicata alle raccolte del Museo Nazionale della Montagna del CAI-Torino e nata con lo scopo di presentare al pubblico i pezzi più significativi del Centro Documentazione.
Questo volume è dedicato ai menu, i cartoncini utilizzati per presentare i cibi e le bevande di un pasto. La raccolta documenta un articolato percorso iconografico dove le montagne sono protagoniste con immagini e avvenimenti. Una storia di costume che si può scoprire attraverso un viaggio sulle tavole del mondo, dagli anni sessanta dell’Ottocento a oggi, attraverso le pagine del libro. |
Priuli & Verlucca | 2017 | |
Alessandro Leonardi, Barbara Tutino |
La Grivola. Montagna dimenticataSolo trenta metri separano la Grivola dai giganti che circondano la piccola Valle d’Aosta, nel cuore dell’Europa; e tuttavia l’inconfondibile piramide della montagna svetta ben visibile quasi da ogni angolo della Valle; una prerogativa che fece pensare a molti – prima della sua conquista – si trattasse di una vetta tra le più alte, forse perfino pari, se non superiore al Cervino, a cui in fondo un po’ assomiglia. La Grivola si presenta infatti come una piramide di roccia, ghiaccio e neve, isolata tra i grandi massicci che la circondano. Fa parte del gruppo del Gran Paradiso ed è rimasta a lungo mèta tra le più ambite dai pionieri dell’alpinismo tra il XIX e il XX secolo, quando a Cogne si andava apposta per scalarla.
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Priuli & Verlucca | 2017 | |
Giuseppe Mendicino |
Portfolio alpino. Orizzonti di vita, letteratura, arte e libertàVite esemplari di alcuni dei nostri maggiori, così potrebbe essere intitolato questo libro. I capitoli di questo libro sono il racconto di momenti essenziali e significativi delle loro vite, non sono e non potevano essere i loro ritratti. Sono uomini e donne che hanno tenuto fede con caparbietà ai loro principi di libertà, alcuni più generosi e solidali altri più individualisti. In tutti, una grande passione per le montagne.
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Priuli & Verlucca | 2018 | |
Giuseppe “Popi” Miotti |
Tai Chi Shan. La Montagna dell’EquilibrioUn viaggio nella Consapevolezza dell’andar in montagna, nell’equilibrio interiore ed esteriore, nella capacità del restare nel “Qui ed Ora” mentre il nostro corpo procede in unione con la natura. Camminando, arrampicando… la forma non importa e non modifica il contenuto.
Il Tai Chi Shan, la Montagna dell’Equilibrio, è proprio questo. Non un semplice libro, ma un distillato da assaporare pagina dopo pagina, dove l’esperienza e la passione di un notevole e originale alpinista ritrovano un filo conduttore nei principi del Tai Chi e del Qi Gong, per recuperare quel significato ancestrale e profondo che, spesso inconsapevolmente, ricerchiamo in montagna. Con grande competenza e fluidità, condite da episodi di vita vissuta e dalla sua piacevolissima ironia, il Popi ci guida nella conoscenza di questa magnifica disciplina: i suoi principi, le sue tecniche e gli esercizi che possiamo utilizzare nella nostra attività di arrampicatori, escursionisti o praticanti della montagna. Strumenti potenti e innumerevoli spunti di riflessione, che come torrenti fluiscono lungo la lettura, mentre le meravigliose foto raccolte durante un’intera vita ci catapultano al di là delle pagine di questo libro. |
Versante Sud | 2017 | |
Giorgio Madinelli, Andrea Fiorot, Paolo Lorenzi |
Degli antichi sentieri. Memorie dalle Dolomiti clautaneDegli antichi sentieri è l’incontro tra due alpinisti e un malgaro, l’ultimo allevatore di Claut (Dolomiti Friulane) che porta all’alpeggio i suoi animali. Il malgaro è prodigo di informazioni sul territorio che conosce fin da bambino e racconta del suo lavoro e della sua vita. Gli alpinisti utilizzano questo sapere per fare ciò che amano e il risultato è un libro di viaggio a metà tra la guida alpinistica e un trattato di antropologia, l’esplorazione di sé, dell’altro e dell’ambiente naturale.
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Edizioni La Chiusa | 2018 | |
Alessio Franconi |
Si combatteva qui! Nei luoghi della Grande GuerraCime innevate. Pareti scoscese, altipiani pietrosi: gli scenari dove se è svolta la Prima Guerra Mondiale sono oggi avvolti nel silenzio di una natura maestosa. Questo libro ripercorre il fronte alpino e l’inesplorato fronte dei monti Carpazi per ricordare il dolore che fu attraverso un reportage fotografico in bianco e nero.
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Ulrico Hoepli | 2017 | |
Roberto Dini, Luca Gibello, Stefano Girodo |
Rifugi e bivacchi. Gli imperdibili delle Alpi. Architettura, storia, paesaggioUna selezione di oltre 50 strutture sull’intero arco alpino, introdotte da un saggio storico-critico e approfondite attraverso schede monografiche, corredate da un ricco materiale iconografico, in gran parte inedito. Collocati in contesti estremi dal punto di vista ambientale, gli ‘imperdibili’ condensano molteplici valori: storici, alpinistici, geografici, paesaggistici, architettonici, tecnologici, sociali. Un patrimonio collettivo da conoscere e valorizzare, per una frequentazione consapevole e per uno sviluppo responsabile della montagna.
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Ulrico Hoepli | 2018 | |
Roberto Zorzin (a cura di) |
Vertebrati fossili marini e terrestri del VeroneseLe recenti e talvolta clamorose scoperte di fossili, mai rinvenuti prima, di dinosauri e altri Vertebrati in varie parti del mondo, compresa la nostra penisola, hanno innalzato non solo il livello di attenzione da parte degli studiosi specialisti, ma anche la curiosità e la richiesta di informazioni da parte dei semplici appassionati. Le numerose e sistematiche campagne di scavo avviate negli ultimi decenni nei più importanti giacimenti fossiliferi del Veronese hanno inoltre contribuito in modo significativo ad ampliare le conoscenze sul patrimonio paleontologico dei monti Lessini. Il volume descrive le principali tappe geologiche che hanno contraddistinto la nascita e l’evoluzione del territorio veronese e gli animali vertebrati marini e terrestri che hanno vissuto e si sono conservati allo stato fossile fino a oggi. Dinosauri, ittiosauri, mosasauri, tartarughe, squali, razze, pesci, coccodrilli, elefanti, mammut, leoni, iene, rinoceronti, ippopotami, orsi, uomini e tanti altri Vertebrati provenienti dai principali giacimenti di fossili della provincia di Verona descritti in 50 schede. Un territorio popolato anticamente da esseri viventi che oggi sicuramente non ci aspetteremmo.
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CIERRE edizioni | 2017 | |
Carlo Innocenti |
La mê tiere. Viaggio per immagini nella civiltà contadina del FriuliIl volume di Carlo Innocenti entra nel vivo della cultura contadina friulana, rappresentata nei cinquant’anni di attività del fotografo (1965-2016). Le prime immagini ritraggono gli spazi della casa, il grande camino al centro della stanza principale, le camere, e poi quelli esterni, il pollaio, la fontana, i mulini, in un percorso che tocca ambienti di montagna e di pianura. In questi spazi interni ed esterni entrano a poco a poco anche figure umane, in particolare anziani, che vediamo all’opera nei campi e nei laboratori artigiani, o accanto alla stufa con il nipotino in braccio. Un’ampia sezione è dedicata ai luoghi e ai tempi della socialità e alla vita in comunità, fino ad arrivare alle feste religiose e alle sagre. È un intero mondo che viene documentato, perché non se ne perda il ricordo e, forse, la sapienza.
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CIERRE edizioni | 2017 | |
Bernadette McDonald |
I guerrieri venuti dall’est. Storia dell’alpinismo slovenoDopo la Seconda guerra mondiale, per la Jugoslavia iniziò l’era di Tito, l’uomo che guidò la nazione per i successivi 30 anni. Un lungo periodo in cui ben pochi potevano uscire liberamente dai confini nazionali. L’eccezione erano gli alpinisti! Dopo una granitica formazione, lo Stato sosteneva i più “meritevoli” consentendo loro di tentare le montagne più difficili del mondo per la gloria nazionale. Fu così che gli alpinisti jugoslavi iniziarono negli anni ‘60 a realizzare impressionanti salite in Himalaya. In queste spedizioni spiccavano gli alpinisti Sloveni, provenienti dalle selvagge Alpi Giulie, una grande riserva di cime e di pareti dove poterono forgiare la loro maestria e audacia. Quando Tito morì, nel 1980, il periodo di isolamento politico terminò. Ma questo diede vita ad una serie di sanguinosi conflitti etnici che fino a quel momento erano stati sedati con la repressione e l’autoritarismo. Il leader serbo Miloševic riuscì così a incoraggiare una reazione a catena tra tutti gli stati jugoslavi facendo leva sulle loro identità etniche. Compresi gli sloveni. La nuova Slovenia continuò così a supportare gli alpinisti. Entro il 1995 tutti gli Ottomila furono saliti da almeno uno sloveno, e in seguito molte tra le più straordinarie imprese furono portate a termine da questi incredibili alpinisti.
I guerrieri venuti dall’est è una storia in cui traspare la voglia di salire montagne ardite e pareti audaci, come intrepidi erano questi silenziosi uomini d’acciaio, protagonisti di una delle più belle storie dell’alpinismo mondiale. Nomi ormai noti come come Humar, Cesen, Svetičič, Knez, Karo, si alterneranno ad altri meno noti come Kunaver, Belak, Manfreda, Kozjek, Prezelj…tutti uniti da una tempra fuori dal comune e da una volontà incrollabile che consentì loro di conquistare il conquistabile e di essere più forti della tempesta. |
Alpine Studio | 2017 |