Presentazione guida “Alpi Carniche Occidentali”
ASCA e il Premio Leggimontagna, in collaborazione con la sezione CAI di Tolmezzo, hanno il piacere di presentare la nuova guida “Alpi Carniche Occidentali”, edita da Alpine Studio.
Venerdì 22 giugno, alle ore 20.45
sede CAI, via Val di Gorto, 19
Tolmezzo
Per l’occasione saranno presenti gli autori, Emiliano Zorzi e Saverio D’Eredità che proietteranno anche alcune immagini e video delle vie descritte nel volume.
Il libro nelle sue 340 pagine e 256 relazioni raccoglie, infatti, i migliori itinerari su roccia delle Carniche Occidentali. In particolare i gruppi descritti sono i Brentoni, le Dolomiti Pesarine, il Rinaldo, il Peralba – Chiadenis – Avanza, il Coglians – Chianevate e la zona del Passo Monte Croce Carnico.
Qui sotto trovate l’introduzione alla guida che sarà presentata a Tolmezzo il prossimo 22 giugno:
Il lavoro di compilazione di una guida alpinistica ricorda, talvolta, le fatiche di Sisifo, che sembrano non aver fine anche quando si crede di aver raggiunto la meta. Non tanto, e non solo, per la sempre opinabile scelta degli itinerari da inserire, la cui lista rischia di risultare sempre incompleta e di non accontentare tutti, quanto piuttosto per la necessità di verificare se e come l’impostazione data ad un lavoro come questo possa effettivamente rispondere non solo ai gusti, ma soprattutto alle esigenze dei lettori. Una guida di questo tipo, pur non avendo la pretesa di esaustività delle opere monografiche, cerca di dare una visione il più possibile ampia dei gruppi trattati ed allo stesso tempo deve anzitutto ad un criterio di utilità, cioè poter accompagnare il lettore nella scoperta e quindi nella scelta degli itinerari e dei luoghi.
In questo senso avere l’opportunità, a due soli anni dalla prima edizione, di rimettere mano al testo ci ha offerto l’occasione per riflettere sul lavoro svolto anche alla luce delle impressioni dei fruitori della guida e di verificare come questa si fosse comportata “sul campo”. L’alta aspettativa da parte della comunità alpinistica per una pubblicazione che sarebbe andata a colmare un silenzio ultra decennale su questi monti è stata – almeno in parte – ripagata dal successo che la guida ha avuto e che ha portato al suo esaurimento nel giro di una estate. Nel frattempo abbiamo avuto modo di raccogliere ulteriori informazioni, spunti e suggerimenti che ci hanno permesso di perfezionare ulteriormente i testi, aggiornare le relazioni anche sulla base delle nuove ripetizioni effettuate nelle estati 2016 e 2017 o di notizie più recenti, nonché rivedere alcuni dettagli di impostazione e correggere gli inevitabili errori.
Si è inoltre deciso di separare in due volumi diversi il contenuto della prima edizione, sia per motivi editoriali (dato che il volume unico aveva una dimensione imponente) che per permettere, dentro limiti di pagine più agevoli, di poter sviluppare ed approfondire ulteriormente i materiali proposti.
In questa nuova edizione di Alpi Carniche Occidentali, a cui il prossimo anno si aggiungerà Alpi Carniche Orientali e Giulie Italiane, il lettore potrà trovare alcune novità tra gli itinerari (sia come nuovi inserimenti che in termini di correzioni o puntualizzazioni operate in itinerari già presenti) e soprattutto una diversa impostazione data ai gruppi e vie di accesso alle cime. Le vie normali, originariamente incluse solo nella versione “di discesa” sono state ora inserite nella numerazione progressiva degli itinerari e descritte nel senso di salita. Questa scelta è stata dettata sia da ragioni di ordine pratico, in quanto semplifica la fruizione del testo laddove le normali di fatto costituiscono anche gli avvicinamenti alle vie di arrampicata, sia per ridare una “dignità” alpinistica a questi percorsi. Pur non trattandosi di vere e proprie vie, infatti, molti di questi itinerari richiedono comunque una minima preparazione alpinistica. A ciò si somma una questione di rigore storico e filologico, dal momento che proprio dalle “normali” ha preso vita l’esplorazione alpinistica nel suo senso più autentico, la quale originariamente coincideva con l’individuare il percorso più agevole per raggiungere una cima. In questa maniera speriamo di aver reso onore anche a questa forma dell’andar per monti, oggi forse trascurata, e soprattutto di aver contribuito a colmare alcune lacune nella visione generale delle montagne trattate.
Nel corso di questa prima stagione “vissuta” con la guida abbiamo potuto notare con piacere un certo ritorno a pareti per tanto tempo trascurate. Non sappiamo se sia stato merito o meno del nostro lavoro: in ogni caso l’auspicio è di aver contributo se non altro a riaccendere la curiosità e la voglia di esplorare queste montagne e i loro silenzi