Opere premiate 2021 – Premio letterario
PREMIO LETTERARIO – 19^ edizione 2021
SEZIONE SAGGISTICA
Il 1° classificato della sezione saggistica è
Le acque agitate della patria di Giacomo Bonan; Editore Viella
La motivazione della giuria:
Si tratta di un’analisi storico-critica estremamente accurata, dedicata al bacino idrografico del Piave, che descrive con attenzione il passato per permetterci di vedere più chiaramente il presente e di tentare di indirizzare il futuro su strade che sappiano armonizzare meglio le esigenze umane con quelle dell’ambiente. La storia della valle del Piave è di esempio per tutta una serie di altre aree delle Alpi orientali attraversate da fiumi svuotati d’acqua per interessi idroelettrici e irrigui con conseguenze di enormi gravità come il crollo del paese di Vallesella a causa del riempimento dell’invaso del Centro Cadore ottimamente illustrato in un altro i bel libro presentato quest’anno in concorso: Il paese scomparso, di Toni Sirena, edito da Cierre. La contemporanea industrializzazione senza limiti, né freni, ha comportato costi sociali e ambientali estremamente rilevanti, pagati soprattutto dai territori e dalle popolazioni della montagna. È una specie di esemplare “biografia fluviale” che dovrebbe spingere a fare il medesimo lavoro di analisi sulle tante località che sono state stravolte e irrimediabilmente compromesse anche in questo territorio.
Il 2° premio è stato assegnato a:
Pascoli di carta di Gianandrea Mencini, Kellerman edizioni
La motivazione della giuria:
È un libro di denuncia totalmente privo dell’abituale retorica dedicata all’agricoltura, alla pastorizia e all’alpeggio nelle terre alte e al patrimonio di saperi e storie a essi inerenti. L’autore, invece, porta alla luce tutta una serie di sgradevolezze che possono rovinare la visione aulica che è abituale, ma che possono essere utilissime per capire come bisognerebbe invece agire, non soltanto per bloccare il malaffare, ma anche e soprattutto per il bene generale della montagna e di coloro che vi abitano. Le infiltrazioni mafiose sono una faccia inquietante e inedita delle nuove forme di sfruttamento delle risorse delle terre alte e sono ben più gravi dei ricorrenti conflitti, imbrogli, trucchi che da sempre accompagnano la relazione fra proprietari delle bestie e proprietari o gestori delle malghe. Ora non sono rare, invece, le truffe che sono gestite dalla malavita organizzata e che non sono quasi mai colpite penalmente. L’appassionata introduzione di Don Luigi Ciotti è una precisa denuncia di questi metodi e di questa situazione. La realtà narrata, però, ci offre anche alcuni sprazzi di speranza nel desiderio di limpidezza e onestà da parte non di pochi.
Il 3° classificato è
L’ultima sfida di Bérénice Rocfort ed Emilie Brouze, Corbaccio
La motivazione della giuria:
Poco finora si era parlato dell’alpinismo invernale sugli ottomila dove le tantissime difficolta dei due ambienti si assommano e fanno aumentare i rischi a dismisura. Due giornaliste francesi hanno deciso di raccontare quello che accade lassù attraverso la narrazione di sei ascensioni e l’analisi del coinvolgimento delle autrici nei confronti dei protagonisti, le motivazioni che spingono all’impresa, le diversissime personalità degli alpinisti, le valutazioni non sempre benevole degli psicologi. Dal dramma di Elisabeth Revol costretta a lasciare il compagno polacco Tomasz Mackiewicz in fin di vita poco sotto la vetta, mentre i soccorsi non arrivano, il libro si sviluppa con grande rigore documentario e spigliatezza narrativa e si avvale anche della collaborazione di decine di scalatori degli 8000 che vi compaiono come testimoni e commentatori. La ricostruzione dei contesti, sia di quello storico e geografico, sia di quello personale degli alpinisti, è approfondita e non sono da trascurare citazioni, paradossi, considerazioni filosofiche profonde di fronte alla concreta realtà di una sfida alla morte.
Menzione speciale a
Autobiografia della neve di Daniele Zovi, UTET
La motivazione della giuria:
Ricordi personali e storici, leggende e tradizioni, studi e dati scientifici concorrono tutti assieme a dare corpo a un libro assolutamente particolare, bel scritto e ricco di curiosità tutte da scoprire. Ne esce un’opera che si legge con grande piacere, sia per la qualità e la briosità della scrittura, sia per il livello di capacità divulgativa che ha caratteristiche interdisciplinari visto che parla di formazione della neve nelle nubi, precipitazioni, cristalli, tipi di neve; adattamenti ai territori innevati da parte dell’uomo, degli animali e delle piante, con dettagli naturalistici che possono sorprendere i non-specialisti. Ovviamente non viene trascurato il tema delle variazioni climatiche e il risultato è che ne esce un libro sereno, anche se si tratta di una serenità non priva di inquietudini dettate dai problemi ambientali che presenta, ora che neve e ghiaccio sono un atto di accusa con la loro drammatica latitanza.
Il Premio speciale “Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO – Leggimontagna” è stato assegnato a
La motivazione della giuria:
Montagne di mezzo di Mauro Varotto, Einaudi
Da decenni si sta parlando della crisi della montagna e delle aree interne dando spazio soprattutto alla dicotomia tra “montagna abbandonata e marginale” e “montagna arricchita e congestionata dal turismo”. In questo saggio propositivo, concreto e innovativo, che esce dalla penna di Mauro Varotto e che è l’ennesimo ricco frutto della scuola di geografia di Padova, si riflette e si analizza quello che potremmo definire “lo spazio mediano”, in cui intravvedono i germi di una possibile terza via. La “montagna di mezzo” è presentata come luogo di coesistenza di funzioni e istanze diverse, economiche sociali, culturali, ambientali, per nuovi abitanti che possono essere residenti, ritornanti, neo-montanari, immigrati da altri mondi. Ed è proprio la “montagna di mezzo” che, pur essendo di gran lunga la più estesa, è anche la meno conosciuta e valutata, anche perché in larga misura abbandonata da parecchi decenni in quanto economicamente e logisticamente insostenibile per gli abitanti, confrontata sia ai fondovalle e alle pianure, sia ai celebrati ma rari paradisi turistici dell’alta montagna.
SEZIONE NARRATIVA
Il 1° classificato del 2021 è
Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari
La motivazione della giuria:
Ricostruzione di una storia di libertà personale scelta con determinazione e fierezza, e di un’esistenza in anticipo sui costumi dei tempi. Lo sguardo critico dell’autore, tanto più difficile stante la posizione genitoriale della protagonista, finisce con il diventare autoanalisi e catarsi nel ripercorrere i passi di un rapporto atipico e fortissimo. Il racconto riflette su maternalità e maternalismo, richiama, in qualche modo, i complessi di Edipo e Giocasta, e affronta lo sforzo di una duplice agnizione paterna, incompleta e insufficiente a colmare il vuoto di una vita.
Attraverso una narrazione costruita con sapienza, la montagna, forte elemento formativo, finisce con l’assumere una valenza concettuale e simbolica, tale da rendere inimmaginabile la vicenda in sua assenza.
Sostenuta da una scrittura precisa e molto curata, con qualche lieve barocchismo, l’eterointrospezione porta l’autore a immedesimarsi, e a trascorrere nell’invenzione plausibile.
Felici, dai rifugi alpini alla piastrellata effervescenza del Jamaica, le restituzioni d’ambiente.
Il 2° premio è stato assegnato a
Gli eroi invisibili dell’Everest di Dušan Jeliničič, BEE – Bottega Errante Edizioni
La motivazione della giuria:
Al di là della vicenda che il libro narra (una spedizione sul tetto del mondo per rintracciare i resti di due compagni alpinisti) e al di là dello spiritualismo che lo pervade (incarnato dalle figure a volte mitizzate di sherpa molto organici all’affascinante ambiente naturale di quella regione) il romanzo è una potente metafora sul modo di coltivare (e di calpestare) la vita e l’amicizia; sulla dicotomia che anima il mondo, fra spiritualismo e prestazione tecnico-fisica; sul modo di intendere la realtà in bilico fra razionalismo e spiritualità. E nelle pieghe di questa narrazione acquista ancora più vigore l’ipotesi non solo che Hillary e Tenzing siano stati realmente preceduti di una trentina d’anni nella conquista dell’ambìta montagna da Mallory e Irving, ma addirittura che questi ultimi abbiano a loro volta calpestato tracce già lasciate dai veri figli dell’Everest, quegli indigeni che silenziosamente sulla cima ci arrivano da sempre perché vivono in simbiosi con una vetta che potrebbe essere il paradiso se le sirene della notorietà non richiamassero come una zavorra verso la civiltà chi non riconosce o non ammette la spiritualità che pervade il mondo.
Il 3° premio è stato attribuito a
La torrenta di Federico Pagliai, Tarka Edizioni
La motivazione della giuria:
Libro che racconta il viaggio di un torrente dell’Appennino, che attraversa terre e storie di uomini, intrecciate dal respiro della montagna che quelle acque percorrono. Protagonista è il fiume Lima, che diventa “la torrenta”, che compenetra il territorio e ne scava la storia, restituendo immagini sensoriali poliedriche delicate e intense, che in un certo modo sono di ungarettiana memoria. Viaggio dell’anima, che percorre i silenzi boschivi, si appropria dell’io e attraverso l’acqua, bene prezioso, rifluisce alla sua origine purificatrice e guaritrice. Le immagini scorrono rapide e curate, in un sentire poetico che trova la sua libertà di espressione.
Menzione speciale a
Missione Terra. L’incredibile viaggio degli alberi per salvare il pianeta di Paola Favero, CIERRE
La motivazione della giuria:
Espressione di temi attuali ed urgenti, il racconto nasce dal tentativo di risvegliare le coscienze circa il valore della sostenibilità ambientale, promuovendo il ruolo sempre più attivo delle nuove generazioni all’interno della società.
Attraverso la narrazione di un viaggio fantastico, l’autrice si fa portavoce della natura rispetto all’attuale situazione in cui versano gli ecosistemi della terra. Sullo sfondo, un pianeta impoverito dall’impatto antropico e, nonostante questo, ancora ricco di biodiversità e risorse.
In un riuscito dialogo fra cronaca e fantasia la dimensione spaziotemporale viene sospesa, proiettando il lettore in un mondo immaginario, mentre il potere suggestivo del linguaggio -volutamente semplificato per permetterne una più agile fruizione da parte del pubblico più giovane, ma sostenuto nel contempo da un solido impianto in materia di scienze forestali – si mescola a quello della rappresentazione iconografica, restituendo verosimiglianza al racconto e, in un continuo oscillare fra realtà e leggenda, ispirando il lettore ad una rinnovata comunione con la Natura, foriera di una non meno prioritaria rinascita spirituale dell’Umanità intera.
Un romanzo per bambini, ma non solo: un viaggio per tutti, capace di toccare le corde di un “sentire” più profondo.
SEZIONE INEDITI
Il 1° premio della sezione è stato assegnato a
Come in un film di Marco Verzini (motto Come in un film)
La motivazione della giuria:
Strutturazione molto originale, che si rifà ai moduli cinematografici, e nel serrato alternarsi dei primi piani dialogici, allude o prelude a una sceneggiatura (di fatto forse lo è).
Sostenuto da una struttura narrativa leggera, priva di campi lunghi, e da un accurato montaggio (per rimanere in tema), il racconto si dimostra molto attento al ritmo ed è infiorettato, forse con qualche gigioneria, da citazioni filmiche, letterarie, musicali e filosofiche. Buona la prosa, che non indulge al descrittivo, e lascia gli scenari all’immaginazione del lettore/spettatore.
La storia narrata è plausibilmente bizzarra e avvincente. La domanda è: quando girate?
Il 2° classificato del 2021 è
Pesto di Giacomo Genovese (motto Pesto)
La motivazione della giuria:
I protagonisti sono giovani studenti che intraprendono un’avventura impossibile: avvicinare la montagna alla città.
Il piano prevede di ancorare alcune corde a un grosso albero, di trascinare nel cuore della città il “grigio muro di roccia” nel quale affonda le sue radici.
Il problema non è tanto quello di riuscire immediatamente a spostare la vetta, ma quello di convincere la gente, di dimostrare che la tematica ambientalista ha senso e possibilità di successo.
La convinzione delle proprie idee sostiene la sfida che nel caso specifico potrebbe comportare per i tre amici dure conseguenze. La più grave tra tutte resterebbe sempre e comunque l’indifferenza delle persone. Lo sforzo infatti manca il risultato solo perché manca “altra gente”, perché “serve più gente!”
Al 3° posto
Infinito 9a+ di Gabriella Sperotto (motto Enrosadira)
La motivazione della giuria:
Ha la freschezza delle alte cime e un linguaggio stringato, essenziale, che si addice ai gesti misurati del 9a+. Un racconto che sconfina nella poesia e che riesce, in uno spazio molto breve, a trasportarti altrove.
Segnalato al 4° posto
PELMO. Una nera favola cadorina di Silvia Cavorso (motto PELMO)
La motivazione della giuria:
Pelmo di Cibiana di Cadore, che la madre pretese di chiamare come il noto monte dolomitico ma che in seguito abbandonò sciaguratamente al suo destino, crebbe pesantemente condizionato da questi eventi che sfociarono in una vita selvatica ed emarginata. E, come si mormorava, macchiata anche da cruenti fatti di sangue. Nell’incapacità di un’esistenza appena accettabile, ma anche di una certa attitudine all’impagliamento di animali, si trasferì nella campagna veneta, da dove l’isolamento ancora più pesante lo indusse a riavvicinarsi ai luoghi natii; testimoni della fine solitaria e violenta del suo lungo e tormentato percorso di vita.
Segnalato al 5° posto
ULTIMO di Domenico Flavio Ronzoni (motto ARPACIPÙR)
La motivazione della giuria:
Ultimo, dl nome così particolare, dopo diversi anni d’insegnamento aveva traslocato all’Alpe Piazza dove, da vedovo, viveva senza pretese tra i monti natii sopra Morbegno. Riandando spesso ai fatti della sua vita e rattristandosi del rapporto così distaccato con il figlio Enrico ed il nipote Mirko, che aveva visto solo da piccolo, si trovò, un giorno, al cospetto di un giovanotto venuto espressamente a cercare lui, il nonno Ultimo. Il dialogo tra i due fu subito coinvolgente specialmente dopo che il ragazzo gli confidò la volontà d’intraprendere, proprio tra quei luoghi, un’attività di pastorizia di eccellenza. Mentre il nipote, che nel nonno aveva trovato subito il sostegno negatogli dai genitori, già si addentrava entusiasticamente nei particolari dell’iniziativa, Ultimo si rese conto che stava vivendo uno dei momenti più belli della vita.