Opere premiate 2016 – Premio letterario
PREMIO LETTERARIO – 14^ edizione 2016 SEZIONE SAGGISTICA
Il 1° premio è stato assegnato a Intelligenza artificiale di Fabio Elli e Diego Pezzoli (Versante Sud)
La motivazione della giuria:
È probabilmente la prima volta che il massimo premio di Leggimontagna viene assegnato a un libro riservato ad aspetti così tecnici dell’alpinismo e apparentemente destinato soltanto a una parte relativamente ristretta dei frequentatori della montagna, ma la qualità dell’opera è tale che ha fatto superare questo tipo di remore. Si tratta di un manuale chiaro, ottimamente in equilibrio tra testo e illustrazioni, molto aggiornato sulle novità tecniche, ma anche estremamente attento alla storia delle trasformazioni tecniche e culturali dell’arrampicata. Grazie anche al fatto che dà voce a molti protagonisti può essere gradevole e interessante anche a molti non addetti ai lavori.
Il 2° premio è stato assegnato a Alfabeto verticale di Franco Brevini (Il Mulino)
La motivazione della giuria:
È un ottimo libro di sintesi, scritto da un alpinista e storico dell’alpinismo capace anche di una scrittura di grande equilibrio e tensione ideale. Ovviamente la scelta delle dieci parole che danno il titolo agli altrettanti saggi che compongono il volume è personalissima, ma il risultato è un prezioso poliedro sulle cui facce sono affrontate la maggior parte delle questioni che da sempre animano e ancora sono protagoniste del dialogo tra l’uomo e la montagna.
Il 3° premio è stato assegnato a Andare per i luoghi della Grande Guerra di Marco Mondini (Il Mulino)
La motivazione della giuria:
Si tratta di un racconto storico–culturale più che di una guida a un’escursione. La scelta di paesaggi molto vari è accompagnata da una narrazione che non presuppone nuovi e particolari approfondimenti storici, né sociali, ma punta a essere efficace nei confronti di un pubblico il più vasto possibile, contribuendo a sfatare la patina retorica accumulatasi nel secolo che è passato da quegli avvenimenti.
Premio speciale a MARIO RIGONI STERN, vita guerre libri di Giuseppe Mendicino (Priuli & Verlucca)
La motivazione della giuria:
Si tratta di una splendida biografia di uno scrittore che ha legato alla montagna – in guerra e in pace – moltissime splendide pagine della sua vastissima opera letteraria: completa, documentata, analitica, integrata con fonti scritte e orali, pubbliche e private. Ma anche percorsa da una vibrante partecipazione dell’autore che, però, non mette minimamente in dubbio la serietà dell’opera di ricostruzione storica e critica. Di estrema rilevanza, poi, il continuo riferimento alla tensione etica e alla coscienza sociale che hanno innervato la vita dello scrittore. Il premio speciale, poi, non va soltanto alla qualità dell’opera, ma vuole ricordare anche che Mario Rigoni Stern è stato per anni presidente di giuria del Premio Carnia, il mai dimenticato progenitore di Leggimontagna.
SEZIONE NARRATIVA
Il 1° premio è stato assegnato a Non ti farò aspettare di Nives Meroi (Rizzoli)
La motivazione della giuria:
Libro che inserisce l’avventura himalayana nell’intensa dimensione di un rapporto di vita. Ne esce la descrizione di un alpinismo che non è ansia tecnicistica, ossessione per il record, ma risposta a un richiamo morale. Il felice equilibrio narrativo alterna descrizioni di vivacità icastica a spunti di riflessione non casuali, svelando non una scalatrice che racconta la sua storia, ma una scrittrice di vaglia.
Il 2° premio è stato assegnato a Metànoia di Luciano Caminati (Polaris)
La motivazione della giuria:
L’autore trascorre dalla novella al romanzo senza tradire incertezze nel cambio di passo. In uno stile lussureggiante di figure retoriche, ma controllato e mai banale, costruisce una vicenda originale e plausibile, nella quale la dimensione montana alpinistica fa da sfondo a quella ricerca di una collocazione esistenziale che è propria di ogni uomo.
Il 3° premio è stato assegnato a La Scala dei sogni di Giorgio Spreafico (TEKA Edizioni)
La motivazione della giuria:
Libro composito al limite dell’antologico, ma completo ed efficace sotto il profilo documentaristico. Con un piglio giornalistico non scevro da partecipazione umana, l’autore restituisce la tempra, lo spessore e l’avventura di un alpinista fortissimo, eppure non abbastanza valorizzato.
SEZIONE INEDITI
Il 1° premio è stato assegnato a Martin dei Prudar: una storia vera di Andrea Nicolussi Golo – motto “Di vento e di Amore”
La motivazione della giuria:
Le ultime ore di Martin dei Prudar sono raccontate nella cornice di un crudo autunno: “stagione cinica e senza cuore”. Ogni momento del paesaggio annuncia l’avanzata del freddo, l’abbandono delle energie vitali. Il villaggio alpino che ospita la casa di riposo è diventato estraneo al vecchio Martin quanto gli squilli dei (detestati) cellulari. Violare i regolamenti è pertanto affermazione di sé. Decide questa volta di salire la montagna per abbandonare la prigione in cui è confinato. Ogni suo passo verso la cima gli consente di ignorare il “frastuono degli anni nuovi”, di recuperare faticosamente nei sentimenti famigliari più profondi il senso dell’esistenza. Anute, la compagna di vita, e Paul, il figlio perduto, lo accolgono in una nuova primavera. La serenità della fine è raccontata dai petali di rosa che inspiegabilmente troveranno tra i suoi capelli. Nel crudo novembre il sorriso sulle sue labbra testimonia la scalata al cielo, la fine del mondo inerte e insensibile da cui era stato circondato.
Il 2° premio è stato assegnato a La montagna che cammina di Renzo Brollo – motto “La Montagna che cammina”
La motivazione della giuria:
Tre ragazzi sfidano la montagna. Non sarebbe un’impresa se non fosse inverno, se fossero adeguatamente attrezzati. Le nevi ghiacciate del Chiampon fanno precipitare due di loro. Si salvano su un modesto spuntone di roccia. Il terzo corre a cercare aiuto. Un vecchio montanaro salva i feriti affrontando i rischi della notte e del gelo. Il racconto esplora miti, aspirazioni, imprevidenza di giovani avventurosi e imprudenti. La scalata poco eroica e poco fortunata rivela le trame del destino e cementa senza inutili parole rapporti tra generazioni. Storia originale e spesso ironica.
La giuria ha conferito il 3° premio a Sorbo Sambuco e Ciliegio di Sabina Bollori – motto “Sorbo Sambuco Ciliegio”
La motivazione della giuria:
La montagna e le sue stagioni sono recuperate con garbata nostalgia. L’avanzata brutale dei rovi non ha ancora cancellato tutti i segni del lavoro che generazioni di montanari profusero. Ai margini del vecchio stavolo si avvertono ancora le tracce del difficile rapporto con una natura severa e non poco avara. Sorbo, sambuco e ciliegio ricordano un’alleanza i cui patti tendono a dissolversi. Il gioco delle nuove stagioni accompagna il racconto e misura ritmi di vita perduti.