Seguendo le tracce arrivate fino a noi dall’archeologia e dal mito, si ricollegano i fili di una storia negata, che non riesce a lasciare il cuore e il ricordo di chi vive le Montagne Madri e la loro Dea.
https://www.venexia.it/libri/collane/le-civette/la-dea-della-montagna-le-grandi-madri-e-la-resistenza-allimpero/

La proliferazione incontrollata di Grandi Carnivori provocherà, prima o poi, gravi problematiche a vari livelli. È necessario fare delle scelte e farle ora.
Il ritorno dei Grandi Carnivori nei territori da cui erano scomparsi da circa un secolo ha determinato un conflitto tra due correnti di pensiero, una favorevole alla loro libera e protetta diffusione, l’altra di parere diametralmente opposto. Bisogna trovare un punto d’incontro: lo dobbiamo all’orso così come al lupo! Solo nelle favole buono e cattivo, giusto e sbagliato si possono trovare nettamente separati, in una sorta di manicheismo che non lascia intravvedere come la realtà sia fatta di molteplici sfumature.
https://www.baimaronchetti.it/prodotto/lupi-e-orsi-nelle-alpi/

Nel 1944 Flora Cocco si trova in un mondo sconvolto da una guerra che dura da quattro anni. Il fascismo era crollato nel luglio del ’43, ma ora è sostenuto dalle armate di Hitler che hanno invaso l’Italia, ed è tornato più aggressivo che mai. Gli ideali fascisti di razza e nazione hanno rivelato la loro faccia vera e crudele; Flora e tanti giovani come lei li ripudiano anelando alla libertà. L’amato fratello Giovanni è salito in montagna a combattere col nome di battaglia “Leo”. Il 9 settembre di quell’anno viene ucciso nel corso di un vasto rastrellamento. Flora decide di prendere il suo posto. Sarà la partigiana “Lea”, comandante del battaglione femminile Amelia della Brigata Stella.
https://ronzanieditore.it/acquista/la-scelta-di-flora/

All’alba del 1° dicembre 1923 un boato squarcia la quiete della Valle di Scalve. La diga del Gleno cede di schianto e sei milioni di metri cubi di acqua e fango si riversano sui paesi sottostanti travolgendo tutto nella propria corsa di morte, fino al Lago d’Iseo; più di trecento vittime accertate, oltre ad immensi danni riparabili e non. Quello del Gleno è il primo disastro “tecnologico” nella storia delle Alpi.
Che cosa rimane di quella tragedia a distanza di cento anni? Attraverso una pluralità di voci, sotto l’egida del Centro Studi sul Territorio “Lelio Pagani” dell’Università degli Studi di Bergamo, questo libro fa il punto su molti aspetti di quella vicenda.
https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/1047

Nell’Ottocento l’iconografia popolare racconta le gesta di esploratori alla conquista di immensità sconosciute: un ritratto eccezionale, ma ingenuo. Nella realtà, gli esploratori furono espressione di un’epoca, con la precisa funzione di informare sullo stato del mondo, cercare risorse, fondare colonie. Però, dai loro diari apparivano uomini inquieti, a disagio se non in totale rottura con le società da cui provenivano.
Marco Valle si è messo sulle tracce di quella «comunità avventurosa» italica che percorse le zone più selvagge e inesplorate dei cinque continenti e oltre: da Ippolito Desideri in Tibet fino a Samantha Cristoforetti nello spazio, continuatrice della saga dei nostri «capitani coraggiosi».
https://neripozza.it/libro/9788854528048

Vittorio Lombardi fu il tesoriere e vicepresidente della Commissione esecutiva della spedizione italiana al K2 del 1954, ma raramente è stato menzionato come protagonista, nonostante il suo ruolo fondamentale.
La sua collezione di documenti e scritti inediti ha consentito di aggiungere non poche informazioni sulla tormentata storia della spedizione. Fu consegnata da Lombardi all’amico Federico Rota e, da questi, donata al CAI di Bergamo nel 1984. Achille Piacentini, dopo uno studio approfondito, in questo volume ne presenta i contenuti salienti. 

A seguito della tempesta Vaia di fine 2018, una minaccia incombe sulle foreste del Nord-Est. Si tratta del bostrico tipografo, un coleottero che attacca la specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l’abete rosso. L’insetto si è diffuso a macchia d’olio dopo il tremendo stress di quella notte, ma anche a causa dell’inesorabile incedere del riscaldamento globale. In questo libro-diario, gli autori, da due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta.  
 https://www.peoplepub.it/pagina-prodotto/sottocorteccia

Terra Inquieta è un capitolo fondamentale dell’indagine antropologica di Teti sul proprio mondo di riferimento, di cui fanno parte il suo San Nicola da Crissa, scelto come metonimia per comprendere le comunità del Mezzogiorno, in particolare quelle delle aree interne mediterranee, e il suo paese canadese aldilà dell’Oceano, la Toronto in cui la comunità sannicolese si è trasferita in massa a partire dagli anni ’50. Un libro e un autore che non smettono di viaggiare, di andare e tornare, dal paese al mondo, e tra un paese e l’altro. E ci insegnano la mobilità e l’inquietudine come strategia di comprensione e gestione del presente.
https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/terra-inquieta-2/ 

Con questo libro, pieno di interrogativi, Fondazione Appennino offre un contributo per provare a rompere con l’«internità», quella definizione di «interne» per aree su cui andava costruita una strategia di programmazione speciale, ma che è diventata uno stigma, una condizione quasi irrimediabile. Se invece riflettessimo sull’idea di comunità che abita questi territori diventerebbe semplice comprendere che il confine geografico è sfumato per storia, produzioni, risorse naturali; oggi le comunità sono in movimento, dentro le transizioni ecologica e digitale, le proiezioni e i movimenti demografici.
https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/comunita-appennino/?highlight=Comunit%C3%A0+Appennino

Questo libro documenta i risultati della ricerca che Pierluigi Grandinetti ha coordinato all’Università Iuav di Venezia sul tema “Architetture, borghi e paesaggi rurali” in Calabria, nella zona tra il monte Reventino e il fiume Savuto che affaccia sul mar Tirreno.
Il borgo rurale diventa un nuovo ambito, conoscitivo e progettuale, di ricerca, per il quale è stato messo a punto un metodo di lavoro utilizzabile in casi analoghi, basato sulla conoscenza del luogo e sulla sua rigenerazione attraverso un “percorso di marketing territoriale”.
https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/i-borghi-della-calabria-dallabbandono-alla-rinascita/?highlight=I+borghi+della+Calabria%3A+dall%26%23039%3Babbandono+alla+rinascita

Dopo una vita passata ad arrampicare, è ancora possibile a ottant’anni continuare a sognare le montagne? Soprattutto uno come Peter Habeler, che ha conquistato l’Everest by fair means insieme a Reinhold Messner? La risposta è sì, perché Habeler ha mantenuto intatto l’entusiasmo della giovinezza e la capacità di proiettarsi ancora e sempre verso una nuova impresa, verso una montagna futura. In questo libro, scritto con la giornalista e alpinista Marlies Czerny, Habeler ripercorre la sua vita attraverso undici straordinari personaggi, ognuno dei quali lo ha «accompagnato» alla montagna successiva.
https://www.corbaccio.it/libri/la-mia-montagna-futura-9791259920874

L’himalaismo invernale, la forma più dura e ancora tutta da esplorare dell’alpinismo, ha una data di nascita: il 17 febbraio 1980, quando Krzysztof Wielicki raggiunge la cima dell’Everest in una spedizione ritenuta impossibile, insieme a Leszek Cichy. A partire da quella salita leggendaria, Wielicki, allora trentenne, diventa un protagonista indiscusso dell’alpinismo mondiale. Quinto uomo ad aver salito senza ossigeno tutti i quattordici Ottomila, è l’unico ad aver salito in prima invernale tre Ottomila, di cui il Lhotse in solitaria, un’impresa mai riuscita ad altri. Ed è da queste esperienze estreme, da un alpinismo quasi visionario, che nasce questo suo libro.
https://www.corbaccio.it/libri/in-solitaria-9791259920843

Prosecco, mele, nocciole e non solo: un viaggio attraverso l’Italia per raccontare le implicazioni ambientali delle monocolture, ma anche le storie di chi va controcorrente.
https://www.kellermanneditore.it/it/categories/umano-troppo-umano/products/bioavversit

Il volume ripercorre i passi dell’ultimo viaggio di Andreas Hofer, eroe tirolese che lotta per l’indipendenza della sua terra. Dalle amate montagne del Tirolo, all’insurrezione contro la Baviera e la Francia a capo dei suoi fedelissimi, fino alla cattura e al cammino «zu Mantua in banden» (a Mantova in catene), dove viene giustiziato dai soldati francesi il 20 febbraio 1810. In una splendida selezione di scatti fotografici, Arrigo Giovannini, con trasporto emotivo e abilità tecnica, esplora le vette e le valli, la presenza o l’assenza delle tracce umane, a testimoniare l’amore per i rilievi montuosi del Trentino-Alto Adige/Südtirol, colti nelle loro molteplici sfaccettature.
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/ad-alta-quota-in-groser-hohe/

In questo saggio emergono, in tutta la loro grandezza, le conquiste delle prime guide del Primiero, Michele Bettega, Bortolo Zagonel, Giuseppe Zecchini e Antonio Tavernaro, che oltre ad essere degli eccellenti alpinisti furono anche persone di grande umanità, intelligenti e instancabili.
La necessità dei turisti stranieri di affidarsi a guide alpine preparate offrì in breve tempo a contadini, boscaioli e artigiani del posto una professione che divenne per molti giovani montanari un’occasione per cambiare vita, migliorando le proprie condizioni economiche e sociali.
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/dove-osarono-le-prime-aquile-del-primiero/

Il volume riprende il tema affrontato nel documentario Leogra. Eredità di un paesaggio, del regista Andrea Colbacchini, che – attraverso una serie di interviste agli abitanti di una valle del Veneto prealpino – descrive l’ambiente della montagna di mezzo, ripercorrendone l’evoluzione paesaggistica dagli anni Quaranta ad oggi. Le opinioni dei protagonisti si susseguono in un continuo contrappunto che ne interpreta il senso di appartenenza, il rapporto con il lavoro e con l’ambiente che circonda chi sui versanti della Val Leogra ha la propria casa, per scelta o per destino.
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/leogra-eredita-di-un-paesaggio/

Le croci di vetta e le immagini sacre in montagna, soprattutto in alta quota, sono da anni oggetto di accesa discussione. Molti affermano che fanno parte della nostra tradizione, altri dicono che dovrebbero essere tolte o limitate per salvaguardare la purezza del contesto, altri ancora lo considerano un segno di orientamento irrinunciabile per chi arriva in cima. Questo libro mette a confronto punti di vista e significati storici, geografici, antropologici, religiosi, giuridici espressi da diversi autori, illustrati dalle fotografie di Fausto Zoller. La croce diventa così, più che elemento divisivo, punto d’incontro e ponte tra dimensione umana, ambientale e spirituale nel senso più ampio del termine.
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/sacre-vette/

Il giornalista Armando Gervasoni sapeva molte cose del Vajont. Nel 1963 aveva quasi terminato un romanzo ambientato in quei luoghi, in cui il senso di un’imminente catastrofe rivestiva un ruolo fondamentale. Poi la tragedia.
Un nuovo libro di Gervasoni sul Vajont appare soltanto nel 1967 con il titolo Le ombre di Erto e Casso – un documento unico nel suo crudo realismo. Nel 1969 il libro viene ripubblicato dall’editore milanese Bramante nella versione qui riproposta, con un’ampia parte introduttiva (datata 1968), nella quale l’autore ricostruisce le vicende emerse in seguito alle inchieste e alla vicenda giudiziaria, e un post scriptum sugli sviluppi successivi.
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/il-vajont-e-le-responsabilita-dei-manager/

Senza il giudice Mario Fabbri e la sua istruttoria probabilmente il processo del Vajont non si sarebbe fatto, o avrebbe avuto un’altra impostazione. Le 458 pagine dattiloscritte depositate al Tribunale di Belluno nel febbraio 1968 sono la prima ricostruzione storica del Vajont dal 1900 al 1968, rivelando come la Sade si muoveva – con la pratica della mano libera e secondo la logica del profitto a ogni costo. Ma raccontano anche le vicende di un procedimento che fece scuola nella giurisprudenza, testimonianza della caparbietà con cui il giudice volle far luce sugli eventi e sulle responsabilità, mosso principalmente da valori morali e per «l’ossequio dovuto alla Giustizia».
https://edizioni.cierrenet.it/volumi/vajont-la-prima-sentenza/

La figura e l’opera di Gustavo Barbacetto di Prun, nato a Rivo di Paluzza nel 1912, vengono presentate dopo una ricerca approfondita, che ha consentito di ricostruire per quanto possibile il percorso artistico e filosofico di questo singolare pittore. Gustavo di Prun ha una storia personale difficile, restituita anche grazie a testimonianze orali raccolte. Oltre alla dedizione per pittura e musica, si impegna per diffondere la sua idea di società globale elaborando la teoria dell’U.O.M. – Ufficio Onorifico Mondiale e inventando un linguaggio universale. Nel volume sono pubblicate opere e fotografie, ma anche documenti che spesso incollava sul retro dei suoi quadri per diffondere contemporaneamente la sua arte e la sua visione del mondo.

L’autore ha dedicato molti studi di carattere naturalistico (botanico, forestale, geologico) alla vallata carnica in cui è nato. In questo volume sintetizza le conoscenze che ha depositato nel tempo, in un originale percorso – una sorta di Guida – in cui utilizza un centinaio di cartoline storiche per evocare la memoria dei luoghi che esse rappresentano.
Potendo contare sulla generosa disponibilità della preziosa collezione di cartoline che Giovannantonio Gortan, noto professionista del luogo, ha costruito negli anni, si è scelto di fare un percorso nella memoria della Valle d’Incaroio guidati da questo oggetto postale di comunicazione.
https://www.gasparieditore.it/la-valle-di-incaroio

Le gambe tremanti, il fiato mozzo, la gioia di arrivare in catena, il vuoto nello stomaco se scivola un piede: sono sensazioni che qualunque scalatore, esperto o alle prime armi, conosce. Chi non ha mai provato ad arrampicare non si spiega come tutto ciò possa accendere una passione che parrebbe più un martirio vero e proprio, eppure quasi tutti quelli che iniziano non smettono più, incuranti dei lividi e degli insuccessi.
Amedeo Cavalleri e il collettivo dei Brocchi Sui Blocchi sono autori di questo racconto spiritoso ed entusiasmante del mondo verticale, che è anche un manifesto dei suoi valori di condivisione, di rispetto per le altre persone e per il pianeta.
https://www.deagostinilibri.it/libri/abituati-a-cadere

È il 9 ottobre 1963. Sono le 22.39 quando una gigantesca frana di roccia si stacca dal monte Toc precipitando nel bacino idroelettrico che chiude il passaggio del torrente Vajont. L’acqua supera il limite di sicurezza dell’invaso travolgendo i paesi intorno al lago, e un’onda enorme scavalca la diga riversandosi nel fondo valle. Interi conglomerati urbani vengono spazzati via, quasi duemila persone perdono la vita.
Piero Ruzzante torna in quei luoghi a caccia della memoria ancora sepolta tra le macerie, recupera le voci dei superstiti, analizza le carte processuali, raccoglie documenti rimasti nascosti negli archivi, costruendo una commovente Spoon River di testimonianze.
https://www.utetlibri.it/libri/lacqua-non-ha-memoria/

Renato Del Din l’8 settembre scelse la libertà, diventando tra i primi animatori delle brigate Osoppo, cuore della Resistenza in Friuli. La sua formazione divenne una spina nel fianco per i nazifascisti, fino alla terribile notte in cui Renato guidò un attacco eroico a una caserma della milizia, trovando la morte, a ventun anni. Era il 25 aprile 1944, un anno prima della Liberazione. Nell’ottantesimo anniversario, Alessandro Carlini ricostruisce la brevissima vita di questo ufficiale e partigiano “perfetto”, grazie agli scritti e alle lettere inedite di Renato, e ai ricordi della sorella Paola Del Din, che dopo la morte del fratello portò avanti il suo nome e la sua battaglia. 
https://www.utetlibri.it/libri/se-il-fuoco-ci-desidera/

Quando l’imperatore Adriano, di ritorno da un viaggio in Grecia, volle scalare l’Etna per ammirare l’alba, tutti la considerarono una stravaganza di un sovrano notoriamente malinconico e capriccioso. Le montagne all’epoca si scalavano per necessità – militari, esplorative o commerciali – non certo per svago. Raggiunta la cima, la vista di mare e terra che si incontravano rappresentò per il sovrano «uno dei momenti supremi della vita». 
Come si è arrivati dall’eccentrico imperatore Adriano all’escursionismo di massa?
Per rispondere a questa domanda occorre procedere passo passo sulle orme di chi ci ha preceduto.
https://www.utetlibri.it/libri/a-piedi-sotto-il-cielo/

Se sulle carte geografiche non esistono più spazi bianchi e inesplorati, in montagna non esistono più vette inviolate, in particolare sulle Alpi. Ogni anno, di pari passo con la scomparsa della neve, aumentano gli impianti di risalita a quote assurde e non si arrestano i disegni speculativi. Contro questa deriva è nata, nel 2022, una proposta che ha scosso tutta la comunità alpinistica italiana: scegliere una cima – il Monveso di Forzo, tra la Val Soana e la Val di Cogne – e dichiararla ‘sacra’, impegnandosi a non salirla. Ma una cima non sottomessa ai capricci dell’uomo, sull’esempio dell’Himalaya e delle Ande, è la strada giusta per ritrovare il senso del limite che abbiamo perso?
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858154175

Come rendere davvero italiani i territori di cultura tedesca, croata e slovena conquistati dopo il primo conflitto mondiale? Quali furono i piani di ‘conquista del suolo’ elaborati da ambienti nazionalisti e irredentisti prima e dal fascismo poi? La risposta fu il tentativo di sottrarre almeno una parte delle proprietà terriere agli ‘allogeni’ delle nuove province per impiantarvi famiglie coloniche italianissime.
La ricostruzione dei propositi fascisti di ‘conquista del suolo’ e del loro fallimento consente di cogliere le incoerenze della politica del regime verso le minoranze linguistiche, ma anche il modo tutt’altro che lineare attraverso cui il fascismo definì l’identità italiana.
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858152119

Di John Ball si sa soprattutto che fu il primo salitore del Pelmo. E si sa anche che, in realtà, non fu davvero il primo a salire la montagna, già frequentata dai cacciatori locali, ma fu senz’altro il primo a raccontarlo, inaugurando così la Golden Age dell’alpinismo sulle Dolomiti.
Ma Ball, pur essendo un grande alpinista, non fu mai un collezionista di cime: la sua ricerca era soprattutto volta alle vie di comunicazioni tra le vallate, all’esplorazione dei ghiacciai, alla botanica.
Ball ha percorso le Alpi come nessun altro e questo libro per la prima volta ne racconta la vita con dovizia di particolari.
https://monterosaedizioni.it/product/john-ball-esploratore-delle-alpi/

Lo specchio verde è un viaggio, anzi, come direbbe l’autrice, un vagabondaggio tra le parole e i luoghi di quella donna complessa e straordinaria che fu Giovanna Zangrandi: montanara per scelta, insegnante, partigiana, alpinista e rifugista, scrittrice di talento fino a oggi ingiustamente dimenticata.
Per conoscere Zangrandi è però impossibile prescindere dai luoghi, in particolare le montagne del Cadore e d’Ampezzo. Da qui l’esigenza degli otto “vagabondaggi” di Anna Lina Molteni, scritti in prima persona e inseriti come un controcanto a distanza di più di mezzo secolo. Un modo per entrare in contatto diretto con Zangrandi, con un contesto fatto di bellezza, libertà e tanta fatica.
https://monterosaedizioni.it/product/lo-specchio-verde/

Popolo alpino che si piegò ai romani solo dopo una lunga e coraggiosa resistenza, i Salassi sono stati spesso vittime di interpretazioni mitiche sfocianti nella leggenda. La storiografia più recente ha cercato di fare un po’ di ordine tra le fonti – comunque limitate – per ricostruirne un quadro attendibile e realistico. Questo libro invita il lettore a un viaggio nel passato, tra Valle d’Aosta e Piemonte, avendo come riferimenti le fonti classiche, le rilevanze archeologiche e gli echi di una tradizione a cui, di tanto in tanto, si lascia un po’ di spazio per le suggestive ipotesi che suggerisce.
https://www.libreriauniversitaria.it/salassi-popolo-alpi-centini-massimo/libro/9791254680223

La montagna spiegata ai bambini si sviluppa attraverso dieci capitoli che parlano della montagna, della sua natura, dei suoi abitanti, umani compresi. L’ultimo capitolo però è diverso: porta con sé il messaggio che noi vorremmo dare ai nostri cari lettori. Un messaggio di amore e di rispetto per la montagna, una sorta di testimone che il piccolo o grande lettore dovrebbe far proprio e trasmettere ad altri.
https://ideamontagna.it/libro/la-montagna-spiegata-ai-bambini/

Godersi le escursioni, il silenzio della natura, la salita alle vette: se solo non ci fossero turisti ovunque! Dopo lo choc collettivo della pandemia, il fenomeno dell’overtourism è tornato a plasmare non solo le destinazioni classiche o esotiche, ma anche gli scenari alpini e i loro delicati equilibri naturali. Come può essere declinato in modo etico l’insaziabile desiderio umano di viaggiare? E come ritrovare una nuova, più autentica dimensione di vita nella società consumistica e nell’alienazione che essa genera?
https://senigallia.ubiklibri.it/book-9788872234273-all-intrusive-la-montagna-tra-nostalgie-e-disillusioni-turistiche.html

La montagna per Carlo Molino (1905-1973) è uno straordinario laboratorio sperimentale ed estremo, che ha contribuito in modo sostanziale a delineare il suo fare progettuale.
Lo studio inedito dei progetti montani di Carlo Molino in relazione al milieu sociale e culturale dell’epoca, alle influenze architettoniche italiane e internazionali, consente di rinnovare l’immagine consueta e stereotipata dell’architetto-artista e di comprendere l’opera di un illustre interprete di quella cultura progettuale che nel corso del Novecento ha dato un volto nuovo alle valli alpine.
https://www.hoeplieditore.it/hoepli-catalogo/articolo/la-montagna-di-carlo-mollino-antonio-de-rossi/9788836004324/2532

Giovedì 15 aprile 1954: dall’aeroporto di Ciampino decolla un DC 6b della Pan American diretto a Nuova Delhi. A bordo, fianco a fianco, due capispedizione, i più celebri esploratori italiani del momento: Ardito Desio diretto al K2 e Piero Ghiglione diretto allo sconosciuto Monte Api, la montagna più alta del Nepal occidentale. Dell’avventura al K2 sappiamo come andò a finire, mentre sull’Api… mistero.
Dei quattro partiti per la cima tornò Ghiglione, settantuno anni, e lo sherpa Gyaltzen Norbu, cieco e sfinito. Ma cosa era successo davvero lassù, a 7132 metri, al confine tra Nepal, India e Tibet?
https://www.hoeplieditore.it/hoepli-catalogo/articolo/laltro-k2-matteo-serafin/9788820397302/1823

Il primo tentativo di ascesa dell’Everest nel 1922, da parte di George Leigh Mallory e una squadra di alpinisti britannici, è una storia straordinaria, ricca di colpi di scena, polemiche, drammi e incidenti e vede protagonista una serie di personaggi che sembrano usciti da una saga televisiva.
https://mulatero.it/prodotto/everest1922/